ETICAMENTE
|
UN'ASSICURAZIONE ETICA E' POSSIBILE? INCONTRO CON IL CONSORZIO C.A.E.S. ecco un piccolo resoconto dell'incontro tenutosi ieri sera 10.3.2005 all'Informagiovani di Scandicci con Marco Grassi (comunicazione@consorziocaes.org), che si occupa principalmente di relazioni esterne nel Consorzio CAES (Consorzio Assicurativo Etico Solidale). Innanzitutto, Marco ricorda la funzione storica delle compagnie assicurativi. Le assicurazioni sono nate per coprire i rischi. I premi versati da un considerevole numero di persone costituiscono un fondo, da cui attingere per risarcire il danno che un assicurato abbia effettivamente subito. Con il tempo le compagnie assicurative hanno cambiato obiettivi aziendali e oggi uno dei principali scopi delle compagnie è la raccolta di denaro, che viene poi investito in borsa, nella compravendita di valute e in tutte quelle attività che si possono classificare come "altamente speculative". Tutto questo per garantire alti profitti ai proprietari della compagnia (ormai non più singoli o famiglie, ma azionisti). Un'altra caratteristica che è stata abbandonata negli ultimi decenni è quella che Marco esprime dicendo che il rapporto era "fra pari": l'imprenditore, il commerciante, il singolo che volesse tutelarsi contro un rischio, stipulava un contratto con un assicuratore, una persona con cui poteva mantenere una relazione pluriennale. Oggi, il contratto di assicurazione viene fatto firmare da un procacciatore che ha come unico compito quello di vendere prodotti e che generalmente non lavora molto a lungo in quel campo (2-3 anni). Nel caso di contratti lunghi (ad es. le polizze vita) non si può quindi creare relazione fra l'assicurato e l'assicuratore. Marco tratteggia poi la storia di CAES. Mi è più semplice copiare-incollare la corrispondente pagina del sito: ---------------------------------------------------- Agli inizi degli anni ’90 c’era un gruppo di idealisti e di sognatori che fondarono la Cooperativa Assicurativa Etico Solidale. La riflessione tra i Soci fondatori
nacque dalla considerazione che nel linguaggio comune la parola “finanza”
è abbinata al ramo bancario, e lunghi passi sono stati fatti nel
tentativo di renderne l’utilizzo più consapevole; oggi chi vuole
investire il proprio denaro ha la possibilità di avere ampie garanzie
sulla sua destinazione e addirittura di scegliere a chi rivolgersi, esistendo
ormai diversi soggetti aventi questo oggetto di lavoro, dalle varie MAG
(MutueAutoGestione) a Banca Etica alle cooperative che attivano il prestito
Soci. Ora C.a.e.s. è una realtà funzionante e in fase di ulteriore consolidamento, in rete con il mondo dell’impresa Sociale, della finanza etica e del commercio equo, sia locale sia nazionale, dieci Soci lavoratori, collaboratori, volontari, tre sedi a gestione diretta. E’ diventata adulta e si è trasformata in Consorzio. Infatti, Il 17 dicembre 2001,
a Varese, Cooperativa C.a.e.s., Banca popolare Etica, Consorzio Sociale
ICS, Consorzio Sociale SOL.CO. Varese, Cooperativa Sociale Urbana, Cooperativa
Sociale Valmon, Cooperativa Sociale Naturcoop firmano l’atto costitutivo
del Consorzio Sociale C.a.e.s., Consorzio assicurativo Etico Solidale. Tutto questo è stato
reso possibile dalla sfida che pochi hanno lanciato ma che molti hanno
raccolto. Il credito dato e l’accettazione del conseguente rischio d’impresa,
direttamente collegato, sono l’elemento che connota l’incremento del numero
di polizze, i risparmi versati in e, ancor di più, il capitale
Sociale sottoscritto dai Soci che ha visto un aumento da 53 a 220 milioni
di lire negli ultimi 3 anni nella Cooperativa che ora diventa Consorzio. Sempre dal sito, ecco invece la mission del Consorzio: ---------------------------------------------------- I principi della Missione Sociale
di C.a.e.s. si legano ai valori del movimento cooperativo, della finanza
etica e dell'economia equa e solidale, legando l'attività nel mercato
assicurativo all'affidabilità, alla trasparenza e all'interazione
con il Socio/Cliente.
CAES fornisce praticamente tutte le tipologie di prodotti assicurativi disponibili, tranne quelli sanitari e quelli vita. Tecnicamente, CAES può essere considerata un'agenzia di Assimoco, il cosiddetto "partner tecnico": è una piccola compagnia (in Italia si posiziona all'incirca al 70-esimo posto per fatturato) espressione di parte del mondo cooperativo (fra i fondatori ci sono Confcooperative e le banche di credito cooperativo). Il rischio, quindi, viene attualmente "appoggiato" su Assimoco: se un assicurato che ha subito un danno chiede un risarcimento, è Assimoco ad erogarlo. Quindi, buona parte dei premi pagati vanno ad Assimoco: ad es., per la RC Auto, il "premio trasparente" è questo: 13,5% allo Stato sotto forma di imposte, l'8% a CAES e il resto a Assimoco. Assimoco non investe il suo denaro in attività altamente speculative, ma in titoli di Stato. Assimoco, però, ha accettato la sfida posta da CAES permettendo a quest'ultima di "dettare le condizioni" e i criteri dei contratti assicurativi. A parte il ramo auto, che è un caso particolare, soggetto a vincoli legislativi ad hoc, gli altri contratti sono scritti da CAES. CAES si muove come una compagnia, pur non essendolo. Ambisce però a diventarlo, anche se non a breve termine: una stima realistica parla di 7 - 10 anni. Occorre raccogliere un capitale sociale fra i 5 e i 15 milioni di euro (inferiore secondo l'ordinamento europeo: è la strada che per ora viene esplorata, assieme ad altri soggetti svizzeri e spagnoli). Contrariamente al caso di Banca Etica, non è pensabile un coinvolgimento di una larga base e piccoli contributi: occorreranno invece soggetti grandi che investano in maniera consistente nel progetto. Occorrerà poi una maggiore strutturazione interna. CAES impiega il denaro che
riceve (nel caso auto, il suo 8%) sostanzialmente per: Questi impieghi sono indicati sui contratti, tranne nel caso auto perché i relativi contratti sono standard per legge e non modificabili. Nel successivo dibattito emergono molte cose. Evitando quelle più tecniche, di cui non sono capace di riferire, segnalo le seguenti: - Le cosiddette polizze vita non sono in realtà prodotti assicurativi, ma finanziari altamente speculativi: i soldi incamerati dalla compagnia vengono investiti in attività finanziarie e alla fine del periodo assicurativo restituiti con gli interessi all'assicurato. Una polizza vita in senso stretto è invece legata al rischio di morte: se nel periodo di assicurazione il soggetto muore gli eredi ricevono il risarcimento, altrimenti i soldi del premio sono "perduti". Le polizze previdenziali, invece, sono legati alla vita lavorativa e possono essere stipulate in qualunque momento di quest'ultima (anche ad es. a 60 anni, quando invece è molto difficile stipulare polizze di tipo finanziario). - Ecco un esempio del principio di mutualità applicato alle polizze casa. Nei contratti CAES sono sempre compresi i cosiddetti "eventi catastrofali" (in pratica, i terremoti), anche per edifici situati in zone non sismiche. Questo permette agli abitanti di zone altamente sismiche di accedere a prezzi ragionevoli alla tutela contro il terremoto. Il semplice calcolo statistico sul rischio di disastro, svincolato da considerazioni di mutualità, darebbe invece un premio "stratosferico" per, ad es., gli abitanti di Messina... - Un altro esempio della stessa logica è la disponibilità di CAES ad assicurare disabili contro gli infortuni. |